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Date importanti nella Storia
Aggiornato a Luglio 2024
6 GENNAIO
Epifania di Nostro Signore
Qui in Italia, ma credo anche negli altri paesi dove si festeggia, si usa dire "Epifania, tutte le feste si porta via..", ma credo pochi conoscono il significato dell'Epifania. Ebbene, è giusto sapere che è una festa cristiana celebrata dodici giorni dopo il Natale. Per le Chiese occidentali, che la considerano la più grande Pasqua di Luce, tale giorno cade il 6 gennaio, mentre per le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano esso corrisponde al 19 gennaio del calendario civile.
Quindi... BUONA EPIFANIA
( Tratto da Wikipedia ) 27 GENNAIO
Giorno della Memoria
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell'Olocausto.
Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-
Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche della 60ª Armata del "1º Fronte ucraino" del maresciallo Ivan Konev arrivarono per prime presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz), scoprendo il vicino campo di concentramento di Auschwitz e liberandone i superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazifascista.
Ad Auschwitz, circa 10 giorni prima, i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con loro, in una marcia della morte, tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante la marcia stessa.
L'apertura dei cancelli di Auschwitz mostrò al mondo intero non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati in quel lager nazista.
Nonostante i sovietici avessero liberato circa sei mesi prima di Auschwitz, il campo di concentramento di Majdanek e «conquistato (nell'estate del 1944) anche le zone in cui si trovavano i campi di sterminio di Belzec, Sobibor e Treblinka [precedentemente smantellati dai nazisti nel 1943» fu stabilito che la celebrazione del giorno della Memoria coincidesse con la data in cui venne liberato Auschwitz"[7].
La data del 27 gennaio in ricordo della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico è indicata quale data ufficiale agli stati membri dell'ONU, in seguito alla risoluzione 60/7 del 1º novembre 2005.
( Tratto da Wikipedia ) 18 FEBBRAIO
Muore a Roma uno dei più grando artisti del Rinascimento:
MICHELANGELO BUONARROTI
Michelangelo Buonarroti nacque il 6 marzo 1475 a Caprese, in Valtiberina, vicino ad Arezzo, da Ludovico di Leonardo Buonarroti Simoni, podestà al Castello di Chiusi e di Caprese, e Francesca di Neri del Miniato del Sera. La famiglia era fiorentina, ma il padre si trovava nella cittadina per ricoprire la carica politica di podestà. Michelangelo era il secondogenito, su un totale di cinque figli della coppia.
( Atto di nascita di Michelangelo Buonarroti )
All'epoca della nascita di Michelangelo la famiglia attraversava però un momento di penuria economica: il padre era talmente impoverito che stava addirittura per perdere i suoi privilegi di cittadino fiorentino. La podesteria di Caprese, uno dei meno significativi possedimenti fiorentini, era un incarico politico di scarsa importanza, da lui accettato per cercare di assicurare una sopravvivenza decorosa alla propria famiglia, arrotondando le magre rendite di alcuni poderi nei dintorni di Firenze. Il declino influenzò pesantemente le scelte familiari, nonché il destino del giovane Michelangelo e la sua personalità: la preoccupazione per il benessere economico, suo e dei suoi familiari, fu una costante in tutta la sua vita.
Il 18 febbraio 1564, quasi ottantanovenne, Michelangelo morì a Roma, nella sua modesta residenza di piazza Macel de' Corvi (distrutta quando venne creato il monumento a Vittorio Emanuele II ), assistito da Tommaso de' Cavalieri. Si dice che fino a tre giorni prima avesse lavorato alla Pietà Rondanini. Pochi giorni prima, il 21 gennaio, la Congregazione del Concilio di Trento aveva deciso di far coprire le parti "oscene" del Giudizio universale.
Nell'inventario redatto qualche giorno dopo il decesso (19 febbraio) sono registrati pochi beni, tra cui la Pietà, due piccole sculture di cui si ignorano le sorti (un San Pietro e un piccolo Cristo portacroce), dieci cartoni, mentre i disegni e gli schizzi pare che fossero stati bruciati poco prima di morire dal maestro stesso. In una cassa viene poi ritrovato un cospicuo "tesoretto", degno di un principe, che nessuno si sarebbe immaginato in un'abitazione tanto povera.
( Contributo ricevuto via mail ) 23 FEBBRAIO 1931
Varo dell'Amerigo Vespucci
La gloriosa esistenza di uno dei più bei velieri di sempre cominciò tra le acque su cui si affaccia l'antica colonia romana di Stabia, nel tratto meridionale del golfo di Napoli. Sintesi di tradizione e modernità, è oggi un simbolo dell'eccellenza italiana.
Verso la fine degli anni Venti si rese necessario sostituire la nave scuola della Classe Flavio Gioia, prossima alla "pensione" e destinata ad essere riconvertita in asilo infantile per gli orfani dei marinai (nel porto di Venezia). Pertanto, nel 1930 l'ingegnere Francesco Rotundi, tenente colonnello del Genio Navale e Direttore dei cantieri navali di Castellammare di Stabia, venne incaricato di progettare due unità navali da utilizzare per l'addestramento degli allievi.
Rotundi si ispirò ai disegni del collega Sabatelli utilizzati per la costruzione del Monarca, celebre veliero della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, acquisito alla flotta della Marina piemontese con il nuovo nome di "Re Galantuomo". Dal Regio Cantiere stabiese uscirono due imbarcazioni gemelle, cui furono dati i nomi dei due più illustri navigatori della storia italiana: Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci.
Il varo di quest'ultima ebbe luogo in una piovosa domenica di febbraio, alle 10.30 del mattino. Con i suoi 2.800 mq di superficie e 101 metri di lunghezza, rappresentava un gioiello di tecnologia per quei tempi. All'insegna del motto «Per la Patria e per il Re», iniziò il suo primo viaggio alla volta di Genova dove, il 15 ottobre dello stesso anno, fu consegnata la "bandiera di combattimento" al primo comandante Augusto Radicati di Marmorito.
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, la Vespucci rimase l'unica imbarcazione utilizzata per le crociere addestrative, per via della perdita della Cristoforo Colombo, che l'Italia dovette consegnare all'Unione Sovietica, quale risarcimento dei danni di guerra. Da quel momento fu assunto un nuovo motto «Saldi nella furia dei venti e degli eventi», sostituito nel 1978 con quello definitivo, di leonardiana memoria, «Non chi comincia ma quel che persevera», più adatto a incarnare lo spirito di addestramento dei futuri ufficiali della Marina Militare.
Col passare del tempo aumentò il suo prestigio diventando la nave militare più anziana ancora in attività e presenziando a importanti cerimonie nazionali, tra cui le Olimpiadi di Roma del 1960 (in occasione delle quali ebbe l'onore di trasportare la torcia olimpica dal Pireo a Siracusa) e il 150° dell'Unità d'Italia. Gli interventi di ammodernamento delle apparecchiature apportati successivamente, non ne intaccarono lo stretto legame con la tradizione, evidente sia nell'aspetto sia nella gestione (le manovre eseguite rigorosamente a mano) e nei materiali utilizzati.
Fornita di un equipaggio che con gli allievi raggiunge le 470 unità, la Vespucci è ancora oggi un'istituzione nella marineria internazionale; a dispetto del codice di navigazione, non c'è "gigante del mare" che non le riconosca la precedenza, omaggiandola con tre colpi di sirena. Per l'Italia svolge un ruolo fondamentale di rappresentanza all'estero della sua arte, cultura e ingegneria.
8 MARZO
Giornata Internazionale della donna
L' 8 marzo si festeggia, o sarebbe meglio dire, LE DONNE festeggiano la loro festa, che in realtà si chiama "Giornata Internazionale della Donna". Questa festività, riconosciuta in tutto il mondo civile, è per ricordare tutte le conquiste delle donne in ambito economico, politico e sociale, ma anche e soprattutto per le discriminazioni e le violenze di cui le donne, purtroppo, continuano ad essere sottoposte. Ovviamente, la "festa" intesa come commemorazione della Giornata ha un significato ben diverso da quello che il consumismo moderno ha voluto imprimergli. E' giusto, per non dire DOVEROSO ricordare la sua origine..
Tutti conosciamo, chi più chi meno, la leggenda, perché di questo si tratta, che agli inizi del marzo 1908 le operaie di un’industria tessile di New York iniziarono a scioperare contro le loro disumane condizioni lavorative. Il proprietario della fabbrica barricò tutte le uscite per evitare che le operaie, in seguito al proclamato sciopero, potessero uscire ed abbandonare il posto di lavoro. Poco dopo, per cause sconosciute, forse appiccato dallo stesso proprietario, divampò un incendio, in cui persero la vita 126 operaie. E fin qui la leggenda è conosciuta. Ma non tutti, credo, sanno che in realtà non ci fu nessun incendio a New York l'8 marzo del 1908 in cui persero la vita 126 operaie, ma ci fu realmente il 25 marzo del 1911 alla Triangle Shirtwaist Company, situata nel cuore di Manhattan, all’incrocio fra Greene Street e Washington Place, poco a est di Washington Square Park, che rappresentava, all’epoca, uno dei maggiori stabilimenti di produzione di capi d’abbigliamento. Sono presenti immagini sconvolgenti dell’incendio divampato, a riprova delle varie testimonianze sull'accaduto.
La fabbrica impiegava circa 600 operai (500 donne e 100 uomini).Quel 25 marzo, un incendio scoppiato all’ottavo piano si propagò rapidamente ai due piani superiori, causando la morte di 146 operai tra donne e uomini. La maggior parte delle vittime, manco a dirlo, furono donne, in gran parte giovani di età compresa tra i 13 ( sì, avete letto bene! 13 ) e i 22 anni. Tutte immigrate di origini italiane ed ebree, arrivate negli Stati Uniti con le proprie famiglie alla ricerca di una vita migliore.
In appena mezz’ora le fiamme divamparono violentissime, e soffocarono o arsero vive le 146 vittime. Alcuni accorsero alle finestre dell’edificio, ma si resero presto conto che le scale dei vigili del fuoco, accorsi in loro aiuto, erano troppo corte per raggiungere i piani più alti dove si sviluppava l'incendio. Si trovarono a scegliere fra gettarsi nel vuoto o morire bruciate…
Tornando alle origini della Giornata ( o Festa che dir si voglia ) la prima, vera Giornata della Donna ( poi divenuta Internazionale ) fu festeggiata negli Stati Uniti il 19 Marzo del 1911, ma non per l'incendio, seppur devastante in fatto di vittime innocenti, avvenuto addirittura pochi giorni dopo, ma per commemorare che, proprio il 19 Marzo ma del 1848, il re di Prussia dovette riconoscere alle donne il diritto di voto! Un diritto acquisito con la forza ( armata ) dell'unione del popolo per il riconoscimento di tale diritto a tutte le donne della Prussia.
E la mimosa? L'usanza di regalare la mimosa è unicamente italiana. Nel resto del mondo non c'è questa usanza. Ma da dove nasce? Per scoprirlo dobbiamo tornare indietro di quasi 70 anni e arrivare al 1946, quando due donne, Rita Montagnana (moglie di Palmiro Togliatti) e Teresa Mattei, proposero di adottare questo fiore come simbolo della Festa della Donna.
15 MARZO
Le idi di marzo e Giulio Cesare
Alzi la mano chi non ha studiato le "idi di Marzo" a scuola. 2063 anni fa.. veniva assassinato Caio Giulio Cesare.
Le "idi" prendono il nome dai romani che davano al quindicesimo giorno dei mesi di Marzo, Maggio, Luglio ed Ottobre.
Ed il 15 Marzo, appunto, un gruppo di congiurati repubblicani, tra cui anche Marco Giunio Bruto suo figlio, assassinò con 23 coltellate il Dictator Giulio Cesare.
A niente valsero gli avvertimenti di Calpurnia, sua moglie, che la notte prima aveva sognato l'assassinio del suo sposo.
Ma come tutti i condottieri, Cesare non diede ascolto a quelle preoccupazioni di "una donna", anche per il fatto che DOVEVA tenere un discorso importante in senato, e la sua assenza sarebbe stata distruttiva per la sua figura.
Cesare andò incontro al suo destino forse consapevole di quello che lo attendeva, le parole di Calpurnia avevano lasciato un piccolo, insignificante, ma presente sentore, ciò nonostante tenne la sua arringa davanti al senato, e poco dopo la fine del suo discorso, tutto quanto già programmato, venne assassinato dai congiurati.
Nell'ultimo gemito di fiato che Cesare aveva, riuscì a pronunciare la famosa frase, rivolta al figlio, rimasta nella storia come il suo omicidio:
<< Tu, quoque, Brute, fili mi..>> ( Anche tu, Bruto, figlio mio.. )
Moriva così, il 15 Marzo del 44 a.C. uno dei più grandi imperatori della Storia dell'impero romano.
18 MARZO
"Giornata Nazionale delle vittime del Covid"
Il 18 marzo di ogni anno si celebrerà la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus.
La Giornata è stata istituita formalmente il 17 marzo con l’approvazione all’unanimità della relativa legge da parte della commissione Affari costituzionali del Senato, riunita in sede deliberante.
In occasione della Giornata nazionale, in tutti i luoghi pubblici e privati sarà osservato un minuto di silenzio dedicato alle vittime dell’epidemia e gli edifici pubblici esporranno le bandiere a mezz'asta.
( contributo ricevuto via mail ) 1 APRILE 1748
Il mondo per la prima volta vide Pompei
Correva l’anno 1748, quando l’ingegnere militare del genio Gioacchino de Alcubierre, direttore degli scavi di Ercolano per conto di Carlo III di Borbone, ebbe un’intuizione. Guardando il corso di un canale che scorreva vicino al fiume Sarno, pensò di aver scoperto il luogo dell’antica Stabiae. Come ci ricorda anche Panorama.it.
Dopo molti sopralluoghi sul posto, il 1 aprile di quell’anno, iniziarono a venire alla luce i primi reperti dell’antica Pompei. Erano, perlopiù, monete, dipinti, oggetti metallici e tracce di una taberna e della strada romana antistante il locale. Uno dei primi monumenti ad essere scoperto fu il Teatro Piccolo, detto anche “Odeion“, che gli archeologici chiamarono “Stabiano“, poiché erano ancora convinti di essere sul luogo dell’antica Stabiae. I primi scavi si svolgevano, prevalentemente, in “spoliazione”, cioè i reperti venivano tolti dal sito e portati presso il museo reale di Portici. Solo undici anni dopo, grazie alla regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando I di Borbone, gli scavi vennero ripresi. Così venne fuori una prima parte della struttura urbana della città antica e pochi mesi dopo l’anfiteatro, monumento che fece capire agli archeologi che lì doveva esserci una città ricca e fiorente, data l’esistenza di un così importante edificio.
Ma i dubbi vennero dissolti quando all’inizio del 1749, fu rinvenuta un’iscrizione che menzionava il popolo di quella città: “ai cittadini di Pompei“. Ma gli scavi ebbero un grande impulso solo con Gioacchino Murat, sotto la dominazione napoleonica, il quale oltre a proteggere il sito da saccheggi grazie all’impiego dell’esercito, assoldò fino a 400 uomini per continuare gli scavi. Fu dell’archeologo Giuseppe Fiorelli, dopo il 1860, l’idea di applicare la tecnica dei “calchi”, che consisteva nel riempimento tramite colate di gesso delle impronte dei corpi lasciate dalle vittime dell’eruzione sul terreno coperto dalle ceneri.
L’attività del Vesuvio continuò ancora per secoli: il 16 dicembre 1631 il vulcano si risveglierà dopo 130 anni, poi nel 1872, quando l’eruzione cancellò i paesi di Massa e S.Sebastiano al Vesuvio; mentre l’eruzione del 1906 fu la più violenta del XX secolo facendo 300 vittime e poi il 29 marzo 1944 durante l’occupazione Alleata.
La scoperta della città di Pompei è stata narrata in tutto il mondo, tuttora è uno dei siti più visitati al mondo, non solo perché ci ha restituito spaccati di vita quotidiana fermi all’istante dell’eruzione, ma probabilmente anche grazie ai calchi di Fiorelli che sanno esprimere tutta l’agonia dei pompeiani.
Una città addormentata, sepolta per oltre 1600 anni da cenere e detriti, che è stata oggetto anche di numerose pellicole cinematografiche, del 1935 è infatti la pellicola “Last days of Pompeii” (“gli ultimi giorni di Pompei”), fino al più recente film “Pompei” del 2014.
27 MAGGIO 1993
"Strage dei Georgofili"
La notte tra il 26 e il 27 maggio, alle 01,04 minuti una bomba, nascosta all'interno di un Fiat Fiorino rubato il giorno prima, di quasi 200kg di tritolo fu fatta esplodere in via dei Georgofili, precisamente sotto la sede dell'accademia, situata nella Torre dei Pulci.
L'attentato fu opera di Cosa Nostra contro l'applicazione dell'articolo 41bis che prevedeva il carcere duro per i mafiosi.
Nell'attentato morirono 5 persone:
i coniugi Fabrizio ed Angela Nencioni, con le loro figlie Nadia di 9 anni e Caterina di appena 50 giorni, ed uno studente che abitava anch'egli nella torre, Dario Capolicchio, di 22 anni.
Io quella notte me la ricordo benissimo.. A quel tempo io e mia moglie eravamo ancora fidanzati, ci saremmo sposati da lì a meno di un anno, e quella sera stavamo proprio passeggiando per le vie limitrofe, proprio mentre gli attentatori parcheggiavano il Fiorino.
Nella tarda serata, come usava in quel periodo, salimmo su al Piazzale Michelangelo, per fare il solito giro della piazza, per vedere il panorama della nostra Firenze, anche se oramai lo conosciamo dettagliatamente a mente, e per prendere un gelato in una delle due gelaterie che si trovano all'imbocco del piazzale.
Facevamo tardi, anche se il giorno dopo c'era il lavoro ad aspettarci eravamo giovani, e le poche ore di sonno che ci attendevano non facevano certo paura a quell'età.
Tornammo a casa per tempo, poco dopo mezzanotte e mezzo.
Non avevamo ancora preso sonno, quando sentimmo distintamente il boato dell'esplosione.
Abitavamo in periferia, ma in linea d'aria si parla di qualche kilometro, niente di più..
A tutto pensammo, tranne che ad un attentato. Lo scoprimmo la mattina, quando tutte le tv, nazionali e locali, non parlavano di altro.
Ricordo benissimo che ci lasciò tutti sbigottiti. Ero già un volontario della Misericordia, e ricordo che l'allora nostro vice governatore era lì, in via dei georgofili, a coordinare i volontari intervenuti. Non tutti potevano intervenire, c'era molta preoccupazione sull'accaduto.
Sono passati quasi 30 anni, ma ho ancora il vivido ricordo di quei fatti.
5 vittime! 5 anime innocenti. Non dimentichiamole...
7 AGOSTO
Da buoni fiorentini quali ci reputiamo non possiamo esimerci dal non ricordare che il 7 Agosto di 600 anni fa, iniziava la costruzione del simbolo indiscusso di Firenze:
La Cupola del Cattedrale di S. Maria del Fiore, o più comunemente conosciuta come CUPOLA DEL DUOMO.
I lavori iniziarono il 7 Agosto del 1420 sotto la direzione di Filippo Brunelleschi, o sarebbe più corretto dire di " Filippo di Ser Brunellesco Lapi ", nato a Firenze nel 1377 e morto nel 1466.
La cupola fu completata nel 1436, e nel 1466 iniziarono quelli per la costruzione della lanterna, ovvero la parte della sommità della cupola, ma furono seguiti e completati da un altro architetto dell'epoca, Michelozzo Michelozzi, in quanto Brunelleschi morì pochi mesi dopo aver vinto il concorso pubblico per la costruzione della lanterna.
La cupola, assieme al campanile annesso ma di costruzione precedente, è il simbolo architettonico indiscusso di Firenze.
Quindi... VIVA FIORENZA!
9 AGOSTO
Non possiamo non parlare di un altro celebre monumento, anche se pisano ^_^ ( è risaputo del campanilismo che esiste, oramami da secoli immemori e solo sui libri di scuola, tra fiorentini e pisani..).
Parliamo della TORRE PENDENTE!
Or bene, è giusto dire che la torre è in realtà il campanile dell'adiacente Cattedrale ( o Duomo ) nella altrettanto celeberrima piazza del Duomo, o meglio conosciuta come Piazza dei miracoli.
La sua costruzione, con la posa della prima pietra, iniziò appunto il 9 agosto del 1173, per opera dell'architetto Bonanno Pisano, anche se su chi fu veramente l'autore di tale opera c'è un po' di discussione.
I lavori della costruzione furono bruscamente interrotti a causa del cedimento del terreno, fermandosi al terzo piano della costruzione. Ripresero nel 1275, con la costruzione degli altri tre piani, ma inclinati al senso opposto alla pendenza, nel tentativo ( vano ) di raddrizzare la torre...
Si narra anche che Galilei abbia fatto il suo esperimento sui pesi proprio dalla cima della torre pendente, ma di questo, ad oggi, non abbiamo certezza.
Un ultima curiosità che pochi sanno, fatta eccezione per gli amici pisani, ovviamente.. Esistono altre due torri pendenti a Pisa:
Il Campanile della chiesa di S. Nicola e il campanile di San Michele degli Scalzi!
Entrambi, come per torre dellla cattedrale, sono state costruite su di un fondo sabbioso e ghiaioso, e questo ha portato ad una loro incliniazione che va dai 2,5 gradi a 5.
30 NOVEMBRE
Festa della Toscana
Pietro Leopoldo di Lorena successe al trono Granducale di Toscana nel 1765, in seguito alla morte del fratello Francesco. Pietro Leopoldo, al contrario del fratello Francesco, fu un sovrano illuminato e innovativo. Promosse la bonifica delle aree paludose della Maremma e della Val di Chiana, e favorì anche lo sviluppo dell'Accademia dei Georgofili, la storica istituzione fiorentina che promuoveva ( e promuove tutt'oggi ) studi di agronomia, selvicoltura, economia, geografia agraria.
Il 30 Novembre del 1786, con una riforma che avrebbe "rinnovato" la Toscana tutta, Pietro Leopoldo abolisce la pena di morte nel Granducato, primo stato al mondo a farlo, per i motivi che andiamo a riportare qui sotto nella trascrizione dell'articolo 51 ( LI ) della "Legge di riforma della legislazione criminale toscana", meglio nota come "Codice Leopoldino":
"Pietro Leopoldo, per grazia di Dio, principe reale d'Ungheria e di Boemia, arciduca d'Austria, granduca di Toscana
[...]
Con la più grande soddisfazione del Nostro paterno cuore Abbiamo finalmente riconosciuto che la mitigazione delle pene congiunta con la più esatta vigilanza per prevenire le reazioni, e mediante la celere spedizione dei Processi, e la prontezza e sicurezza della pena dei veri Delinquenti, invece di accrescere il numero dei Delitti ha considerabilmente diminuiti i più comuni, e resi quasi inauditi gli atroci, e quindi Siamo venuti nella determinazione di non più lungamente differire la riforma della Legislazione Criminale, con la quale abolita per massima costante la pena di Morte, come non necessaria per il fine propostosi dalla Società nella punizione dei Rei, eliminato affatto l'uso della Tortura, la Confiscazione dei beni dei Delinquenti, come tendente per la massima parte al danno delle loro innocenti famiglie che non hanno complicità nel delitto, e sbandita dalla Legislazione la moltiplicazione dei delitti impropriamente detti di Lesa Maestà con raffinamento di crudeltà inventati in tempi perversi, e fissando le pene proporzionate ai Delitti, ma inevitabili nei respettivi casi, ci Siamo determinati a ordinare con la pienezza della Nostra Suprema Autorità quanto appresso.
[...]
LI. Abbiamo visto con orrore con quanta facilità nella passata Legislazione era decretata la pena di Morte per Delitti ancora non gravi, ed avendo considerato che l'oggetto della Pena deve essere la soddisfazione al privato ed al pubblico danno, la correzione del Reo figlio anche esso della Società e dello Stato, della di cui emenda non può mai disperarsi, la sicurezza nei Rei dei più gravi ed atroci Delitti che non restino in libertà di commetterne altri, e finalmente il Pubblico esempio, che il Governo nella punizione dei Delitti, e nel servire agli oggetti, ai quali questa unicamente diretta, è tenuto sempre a valersi dei mezzi più efficaci col minor male possibile al Reo; che tale efficacia e moderazione insieme si ottiene più che con la Pena di Morte, con la Pena dei Lavori Pubblici, i quali servono di un esempio continuato, e non di un momentaneo terrore, che spesso degenera in compassione, e tolgono la possibilità di commettere nuovi Delitti, e non la possibile speranza di veder tornare alla Società un Cittadino utile e corretto; avendo altresì considerato che una ben diversa Legislazione potesse più convenire alla maggior dolcezza e docilità di costumi del presente secolo, e specialmente nel popolo Toscano, Siamo venuti nella determinazione di abolire come Abbiamo abolito con la presente Legge per sempre la Pena di Morte contro qualunque Reo, sia presente, sia contumace, ed ancorché confesso, e convinto di qualsivoglia Delitto dichiarato Capitale dalle Leggi fin qui promulgate, le quali tutte Vogliamo in questa parte cessate ed abolite.
[...]
Tale è la Nostra volontà, alla quale Comandiamo che sia data piena Esecuzione in tutto il nostro Gran-
Dato in Pisa li 30. Novembre 1786.
Pietro Leopoldo
(firma autografa di Pietro Leopoldo di Lorena)
Il 21 Giugno del 2001, il Consiglio della regione Toscana, ha approvato una legge ( la n. 26) con la quale istituiva, il 30 novembre, la festa della Regione Toscana, una festa che vuole omaggiare tutti coloro che si riconoscono nei valori della pace, della giustizia e della libertà.